Habemus Gagam

 

Non ero molto convinta di  scriverci un post, alla fine, ma visto che la disapprovazione di Beps mi impedisce per il momento di scrivere di Shutter Island, ripiego sulla sempreverde Gaga.

Che dire… non mi svegliavo presto al mattino apposta per vedere un video da Celebration, ma solo per verificare la mia effettiva presenza tra i frames, e precedentemente non riesco neanche a ricordare quando fosse successo.

Ma stavolta, Gaga + Bionsen più settimane di annunci hanno avuto la meglio così eccomi lì in pigiama immobile per 9 minuti buoni davanti ad un delirio trash citazionista ed esagerato in questo momento necessario come l’aria.

Il video si apre con la nostra Germanotta incarcerata e denudata (momento che ha scatenato il commento “eh si, proprio come Madonna questa qui” da parte di mio padre), cui fanno seguito baci saffici con catene e occhiali fatti da sigarette accese.. primo dettaglio da venerare.

Ed ecco il tanto  vituperato momento Who’s That Girl, ma appena ti soffermi a pensare che sì, l’ispirazione è evidente e ti senti nell’87 appare il secondo oggetto degno di venerazione: le lattine bigodini. Ora, non voglio sapere se le ha già usate qualcun’altro,  chi sia stato e quant’altro, sono semplicemente una figata pazzesca, un must per le acconciature del 2010, per chi ne avesse il coraggio.

Altra scena cult (dopo il siparietto coreografico in mutande che pare essere obbligatorio), l’uscita di galera finalmente con la mia chioma giallo naturalissimo preferita, con mossetta MJ, adoremus. Ad attenderla fuori dal carcere, sulla Pussy Wagon (prestata direttamente da Quentin Tarantino che ha apprezzato il progetto) una darkissima Bionsen, capello nero, rossetto nero, che la redarguisce con un “You’ve been a bad girl, a very very bad bad girl Gaga” subito prima di infilarle in gola una merendina con tutta la confezione. (altro momento cult, d’ora in poi chi toglierà le Camille dal sacchetto prima di addentarle??).

In macchina uno dei momenti più alti della fotografia, un pò meno per quanto riguarda la recitazione ma la battuta è così favolosamente nonsense da meritare una citazione in grassetto:

“You know  what they say, Once you kill a cow, you gotta make a burger”.

Seguita da un altrettanto memorabile

“You know Gaga, trust is like a mirror, you can fix it if it’s broken but you can still see tha cracks in that motherfucker’s reflection

Un pò sacrificata la parte “solo” di Bionsen, ma Akerlund si fa perdonare subito dopo strizzandola in un abito giallo da togliere il fiato a lei e a chi guarda… e anche al fidanza, che viene eliminato insieme al resto dei clienti del fast food dalla specialità della casa (o della Gaga) : “Cook & Kill”.

La scena della cucina (il mio momento preferito: la Germanotta che sbatte i dentini è di una dolcezza disarmante) è un chiaro omaggio alla Nostra e ad Hung up, o forse è semplicemente un messaggio di Akerlund che suona più o meno così: “Visto che se mi paghi posso fare qualcosa di più di farti strusciare contro il compensato e sfruttare i tuoi fan per farli lavorare senza documenti nel cuore della notte?”

Dopo un breve siparietto (di cui adoro i costumi) versione Wonder WomEn e un momento leopardato che invece è piuttosto agghiacciante, le nostre due novelle Thelma e Louise si danno alla fuga, vestite però come nel finale de “La morte ti fa bella”, promettendosi a vicenda che no, non torneranno mai più.. ma il dubbio resta perchè la Pussy Wagon si allontana sulla scritta “To be continued”…. che il prossimo passo sia Alejandro, bel bonazzo incontrato sulla strada per il Messico?

Ora, definire questo video “esageratamente trash” è una contraddizione in termini, c’è tutto quello che ci potevano mettere, ma il trash, quando è fatto bene non è mai troppo, e questo ne è un esempio da manuale. Insomma se avessero potuto metterci dentro anche Bud Spencer e Terence Hill con comparsata di Edwige Fenech lo avrebbero fatto, e ci sarebbero stati benissimo.

Writer’s Block

Un post sul non sapere cosa scrivere è una cosa talmente nonsense che devo farla per forza.

Dunque, è tipo due ore che fisso ADD NEW POST con aria interrogativa e, in questo momento, anche vagamente incazzata. Perchè non c’è niente di più fastidioso di voler parlare di svariate cose, ma così tante che non ci si riesce a focalizzare su una in particolare. Sarà pure che ho un colloquio domattina presto quindi ho l’ansia perchè mi venga urgentemente sonno, cosa che ovviamente è ben lontana dall’avvenire, alle 22.30.

Ma bisogna iniziare a lavorare per diana, ci sono limited edition con ciocche di Lady Gaga, collant di Beyonce e ciuffi di Adam Lambert che mi aspettano sugli scaffali, non è un buon momento per essere poveri!

Dunque dicevo.. colloquio. Non so nemmeno se pubblicare questo post prima di domani, perchè io non sono scaramantica ma le ultime volte che ho dichiarato al mondo che avevo un colloquio le aziende in questione si sono trasferite in tempo zero in Burkina Faso e non le ho più sentite. Dovrò comportarmi meglio questa volta, tentare almeno di mentire in modo credibile quando come al solito mi faranno la fatidica domanda:

MA COSA TI ATTRAE DI PIU’ DEL RECUPERO CREDITI? COSA TI SPINGE A FARE QUESTO LAVORO? E’ QUELLO CHE VORRESTI FARE NELLA VITA?

Le ultime volte, lo ammetto, ho risposto un pò a cazzo. Cioè.. non ce l’ho fatta a dire che è un lavoro meraviglioso e che è per motivi edificanti che lo faccio e ancora meno sono riuscita a dire “sì sì ho intenzione di rimanere nel settore tutta la vita”, e ho risposto che lo faccio perchè ormai lo so fare e ci sono abituata, perchè mi viene automatico (e non devo pensare a cosa sto facendo, cosa che mi rende più facile navigare in internet in contemporanea.. ma questo giuro che non l’ho detto), e che no, per dio no, non è quello che vorrei fare nella vita ma quello che vorrei fare non porta il denaro comodo che porta questo lavoro infame.

Ecco cosa farò ora, cercherò una risposta sensata a queste domande e la ripeterò davanti allo specchio, tentando nel frattempo di dare un senso ai miei capelli prima di essere costretta ad usare dello spray colorante come fa il Silvio.